Ho di recente avuto l’onore di comparire nella sezione Member Profile della newsletter di Open Source Initiative perché sono il primo membro ad essere affiliato per ben tre volte! Come direttore del consorzio OW2, sono il riferimento nel ruolo di OW2 Associate member. Come direttore del Centro di Competenza Open Source di Engineering, sono affiliato come corporate sponsor. Infine, all’ultima conferenza OSCON di Portland mi sono associato come individual member.
[Il testo che segue è apparso come intervista all’interno della Newsletter di OSI di Agosto 2014. Il testo dell’intervista in Inglese è qui. Ulteriori informazioni nella press release di Engineering.]
Gabriele, hai dimostrato di essere particolarmente impegnato nell’open source e in particolare verso la Open Source Initiative (OSI), tanto da sostenerla con tutti e tre le sue iniziative di supporto. Prima rappresentante di OW2 come Affiliate Member, poi come Individual Member ed ora come rappresentante aziendale per Engineering. Cosa ha suscitato in te tanto impegno?
Ho seguito da subito con grande interesse il processo con cui OSI, qualche anno fa, ha avviato la revisione della propria governance per aprirsi alla partecipazione di organizzazioni e singoli individui. Proprio in quest’ottica, ho spinto fin da subito OW2, la mia principale comunità di riferimento, ad aderire per fornire il proprio supporto. Era giunto il momento anche per Engineering, l’azienda cui appartengo, di contribuire per sottolineare il suo deciso impegno per l’adozione del software open source, sostenendone le politiche di crescita. Ma tutto questo ha veramente senso solo a fronte di un impegno personale. Open source significa non solo ricevere gratuitamente, ma restituire, dare anche molto di più. Dare per condividere: questo è l’aspetto importante. Se fai quello che ami credendoci, tutto accadrà con naturalezza. Ciò avviene ogni volta che si accoglie lo spirito della comunità donando qualcosa.
Guardando al futuro, in considerazione dei vari ruoli che hai in diverse organizzazioni, quali sono i progetti o le comunità dove tu, OW2 ed Engineering siete particolarmente impegnati?
Come manager di Engineering ho avviato l’iniziativa SpagoWorld, ho contribuito a fondare OW2, ho aderito ad Eclipse Foundation ed ho aiutato i miei collaboratori a contribuire a diversi progetti open source. In breve, ho fatto in modo che Engineering fosse presente lì “dove si fa open source”. SpagoWorld ha dato vita a quattro progetti in OW2 e due in Eclipse ed ha stimolato iniziative in vari ambiti, dalle architetture a servizi, alla location intelligence, al big data. L’ultima nata è la OW2 big data initiative.
Uno fra tutti, oggi SpagoBI è un progetto che continua a far evolvere l’unica suite per la Business Intelligence ed il Big Data completamente open source e con reputazione internazionale di alto livello. Posso con orgoglio affermare che un pezzo di Engineering, SpagoBI Labs, oggi si confronta alla pari con i più rinomati vendor open source americani.
Qual è la cosa che ritieni più attraente nel software open source e nelle comunità open source?
Dieci anni fa ho fondato SpagoWorld perché open source non vuol dire utilizzare software aperto, ma sviluppare codice aperto. Se si vuole imparare, bisogna fare. E se vuoi conoscere l’open source, devi “sporcarti le mani”, sviluppare, rilasciare, partecipare alla vita delle comunità internazionali, capire come integrare, condividere e risolvere conflitti ed anche affrontare la complessità legata alle licenze ed alle relative dispute legali.
Al giorno d’oggi, operando nel campo dell’innovazione tecnologica e sociale, sono convinto che la produzione aperta porti all’acquisizione di conoscenza, dove la diversità è un’opportunità. Condividere idee e risultati, collaborare, adottare un approccio aperto e multidisciplinare, aiutare a trovare valore e a dare valore alle persone! Ciò accade ogni volta che si decide di avere uno sguardo che va oltre il ritorno immediato, ogni volta che si accoglie lo spirito della comunità e che si cerca di dare di più di quanto si riceve. Gli elementi decisivi sono la partecipazione attiva, la collaborazione e la condivisione. Citando una frase celebre: “tutti assieme siamo più brillanti di quanto può esserlo ciascuno di noi; le persone giuste, lavorando assieme, possono creare grandi cose”.
Cosa speri che OSI possa fare per promuovere la consapevolezza sul software open source e la sua adozione?
Credo che OSI abbia già fatto molto evolvendo da una organizzazione di “certificazione delle licenze” ad una che sostiene e difende l’open source. Questo è molto importante perché anche nell’era dei progetti guidati da aziende, le comunità non cessano di svolgere un ruolo importante. OSI ha ancora molto da fare nel sostenere la crescita delle comunità, in particolare nel gettar ponti tra comunità open source ed organizzazioni aperte, indipendentemente dai loro diversi ruoli e missioni. Solo un movimento coeso può contribuire efficacemente ad affermare l’importanza del software open source e a sostenere la sua adozione e, allo stesso tempo, la consapevolezza sia sui rischi, ma anche sui benefici che può apportare alla crescita della società della conoscenza del futuro. Spero che OSI accresca e faccia valere il suo ruolo di “contenitore globale” sia per le comunità open source, sia per tutti coloro che vogliono prendere posizione a favore della liberta del software.